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martedì 20 settembre 2011

Movimento

Si ritorna alla frenesia di sempre.

Finisce la pacchia, inizia la velocità e la corsa per lezioni, appunti, nevralgie, libri, soldi per i libri...sempre poca troppa pazienza e tristezza nel vedere quei colleghi che rappresentano un mondo totalmente opposto al tuo.

E adesso resta solo da studiare. Ancora. Ma c'è di più. Amo quello che faccio, al contrario di tutti quei gruppetti in fondo alla classe che vedono il "filosofare" come aria fritta. Forse anch'io studio con l'aria presuntuosa di aria fritta. Ma ho una responsabilità.

Nei confronti di me stessa: di "costruire" un futuro, di credere in quello che faccio, di accrescere la mia sete di conoscenza.

Nei confronti di chi mi sta intorno: per il piacere di condividere, per la voglia irrefrenabile di SPUTARE ciò che più mi aggrada e, anche se posso essere derisa, continuare a farlo sempre più forte.

Nei confronti di chi NON mi sta intorno: ma origlia dietro le porte, piange dietro un telefono, cerca di copiare le idee.

Aria fritta. No. Non lo posso permettere. Il mio corso di laurea è stato giudicato come il più facile di tutti. E' come se cominciassero a insultare vostro figlio e a percutuorlo fino a farlo sanguinare. Non fate sanguinare anche me, VOI, giudici, che vi mettete in malattia per sostenere gare di vela, VOI, medici, che ammazzate la gente, VOI, ingegneri, che fate crollare ponti, e manco fate fare i concerti allo stadio. La filosofia non è fuori dalla realtà, ma, credo, invece, che è così immersa dentro essa da essere sdegnata oltre che essere ormai spettacolarizzazione della cultura penosa e bassa.

A voi l'ardua sentenza.

AUF WIEDHERSEN

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